Al primo piano di un edificio Anni Trenta, abbiamo immaginato uno spazio di lavoro a partire dalla letteratura contemporanea. Eccolo qua
La nostra Casa delle parole è la Casa delle parole di Andrea Bajani, e cioè l'ufficio di Io - il protagonista del Libro delle case (il volume edito da Feltrinelli che ha sfiorato il Premio Strega nel 2021). "La Casa delle parole è al primo piano di un edificio degli anni Trenta del Millenovecento. Al pianterreno c'è la vetrina di un vecchio alimentari; il gestore ha montato una grata per scoraggiare dal sedersi coi bicchieri. Io sta esattamente sopra il suo magazzino: il frigorifero del negozio gli fa vibrare i piedi, soprattutto la domenica, quando tutto tace. Il resto della settimana non ci fa caso; sente piuttosto il dlin dlon di ogni cliente che entra nel locale. (...) La Casa delle parole è una stanza di due per quattro metri. C'è una finestra che guarda sulla strada e una porta che dà direttamente sulle scale. Non c'è il nome di Io al campanello né al citofono. (...) Nella Casa delle parole ci sono un tavolo, una sedia e una poltrona". Così, fra le varie, numerose case descritte nel libro c'è anche questa datata 2010: un ufficio. Di una redazione o di una casa editrice o di un appartamento? Non si sa. "La sedia, dietro il tavolo, è una poltrona girevole, da ufficio". Pensando alle nostre case, oggi sede di home office (ormai non più improvvisato), ci siamo ispirati allo spazio di lavoro di Io per realizzare un ambiente da custodire a due passi dalla cucina o dalla camera da letto. Ci siamo presi una licenza poetica per immaginare una Casa delle parole che omaggiasse (anche) il design d'autore. Dallo scrittoio alla lampada da tavolo, il mondo della progettazione ha ormai alleggerito l'impegno di avere uno studiolo fra le pareti delle nostre residenze. Possiamo fare come Io, e trasformare lo spazio in un luogo in cui scomparire; oppure possiamo esserne i protagonisti fra una molteplicità di forme. "Tutti i giorni afferra il capo della corda di parole che vede nello schermo, ci si aggrappa e scende giù puntando i piedi nudi contro il muro bianco del suo monitor, fino a sparire, in basso, nella luce".
Scrittoio Secretello di Michele De Lucchi per Molteni&C.
Disegnato da Michele De Lucchi, Secretello è uno scrittoio prodotto da casa Molteni&C. Postazione di lavoro dal gusto contemporaneo, risulta funzionale alla realizzazione di una piattaforma completamente autonoma. Sa essere protagonista e sa portare, nelle case d'oggi, uno stile rétro che reinterpreta e ricorda il concept del secrétaire abbinato alla vetrinetta. Fra legno e cristallo, la scrivania gode di un mix&match elegante e unico. Del resto la sua forza è la struttura, realizzata in rovere naturale integra una lastra in vetro extra-chiaro che isola, ma non separa. Può essere accessoriato anche con n pannello a persiana e un pianetto scrivania.
Divano Kokoro di Federica Biasi per Manerba
Il divano Kokoro di Federica Biasi per Manerba ha una storia. È arrivato sul mercato nel 2020, nel momento in cui ci siamo ritrovati vis à vis con una realtà inaspettata e travolgente: lo smart working. Così, il marchio made in Italy ha risposto all'home office con un prodotto realizzato in multistrato di legno su base in metallo e con seduta e cuscini in poliuretano (rivestibili con un'ampia gamma di tessuti differenti). Modularità e libertà hanno dato vita a Kokoro, cavalcano un'onda contemporanea che ha spaziato forme e logiche legate al co-working. E, poi, ha portato il co-working dentro casa. Liberandosi delle barriere, l'ambiente di lavoro riscopre il suo lato intimo fra sedute dalla spalliera alta e palette ampie: libertà alla composizione!
Seduta Cluster di Luigi Vittorio Cittadini per Luxy
Composizione geometriche personalizzabili: ecco Cluster, la seduta (anche da ufficio) firmata Luigi Vittorio Cittadini per Luxy. Slegata dal rigore della progettazione risponde con libertà alla richiesta di sintetizzare forme differenti in un unico arredo. Fra colori, linee definite e angoli smussati, Cluster è la sedia si cui sedersi in diversi momenti della giornata: dal lavoro allo svago. Gli elementi compositivi, infatti, raccontano di stabilità e compostezza mentre i colori liberano la fantasia avvantaggiando le mansioni creative: "Una tela su cui ciascuno può dare sfogo alla propria creatività, disegnare le proprie emozioni, raccontare la propria storia e realizzare un oggetto dalla singolare unicità".
Lampada Kelvin Led di Antonio Citterio, Toan Nguyen per Flos
Alla luce diretta della lampada da tavolo Kelvin Led di Antonio Citterio e Toan Nguyen per Flos, ci affidiamo per riposare lo sguardo mentre il lavoro si fa impegnativo. La struttura - un concerto di forme armoniche - è realizzata con un tubolare quadrato in lega di alluminio estruso (12x12 mm), lavorato meccanicamente al fine di consentire l'alloggiamento e lo scorrimento delle molle di compensazione in acciaio inox e dei pattini stampati a iniezione in resina acetalica. Il suo cuore è green. Perché l'apparecchio è stato progettato per risparmiare energia grazie alla compensazione automatica della luce dell'ambiente. Dall'ufficio alla casa, si adatta trasversalmente a temi differenti diventando il punto focale di uno spazio, attribuendogli un carattere elegante e versatile.
Storage Locker di Arik Levy per Vitra
Archivio? Sì. Il sistema Storage Locker di Arik Levy per Vitra è un arredo-pilastro di un ufficio contemporaneo che non prevede postazioni fisse e che fa fede alla versatilità dei suoi frequentatori. I materiali di lavoro, dal personal laptop agli oggetti più personali, trovano spazio in questo armadio dall'estetica moderna - soluzione che, posizionata fra le pareti di casa trasforma una camera in uno studio di carattere. A fine giornata, riporre il superfluo significa fare ordine. E - si sa - l'ordine è necessario alla mente quando si produce. Utilizzando lo Storage Locker come un archivio, memoria del lavoro passato, il sistema diventa uno degli arredi più preziosi dell'ufficio o dell'home office. È bene chiuderlo, se necessario.
Matita Cento3 di Achille Castiglioni per Ego.M
"99% matita": questo è l'incipit della descrizione ufficiale di Cento3, la matita-penna di Achille Castiglioni per Ego.M. Il design è forte dell'esperienza del suo autore: la forma trilobata ad archi, difficile da realizzare, risulta essere estremamente pulita. La matita, che ha la conformazione di una penna, è ergonomica - accompagna la scrittura e il lavoro - ed è perfetta per essere impugnata dalle tre dita della mano. Una texture gradevole al tatto e con un grip antiscivolo.
Foto di apertura del progetto di Atomaa. Rileggi l'articolo qui: www.elledecor.com/it/design/a29620425/ufficio-novara-asabesi-atomaa